Welcome to Singapore…..

Lasciamo Xiamen per trasferirci praticamente all’equatore dove il clima è perennemente sui 30 gradi, quello che cambia è il tasso di umidità che resta piuttosto elevato ma raggiunge punte notevoli nei mesi che corrispondono al nostro inverno
l’arrivo all’aeroporto di Singapore è molto accogliente, infatti oltre ad essere lindo e ordinato vi sono grandi vasi di orchidee che vi accompagnano fino all’uscita
e nel caso voleste fare un omaggio floreale troverete anche un piccolo chiosco dove fornirvi
già il percorso dall’aeroporto mostra una vegetazione lussureggiante, tipica dei tropici con tutte le sfumature dei verdi
arriviamo all’albergo dove quella che sembrerebbe essere una dea kalì ci da il benvenuto…..più tardi decidiamo di uscire per andare a cena e prendiamo il taxi giusto per non star a studiare percorsi e fermate di metro che ancora non sappiamo dove si trovano, dopo aver cenato in un centro commerciale dove sapevamo esserci un piano di ristorantini etnici, usciamo dal centro per rientrare in albergo……..e qui comincia un’odissea infinita per riprendere un taxi, che si prendono nei punti assegnati, in genere appunto sul retro di alcuni centri commerciali o punti di interesse turistico, quindi oltre a trovare un’infinita coda osserviamo che spesso chi si avvicina per salire si blocca e torna al suo posto mentre il taxi se ne va vuoto……a volte il taxista è così antipatico che fa una smorfia di disappunto e con la mano fa il gesto per indicare di allontanarsi, ci chiediamo cosa avranno chiesto di così fastidioso per innescare questa antipaticissima reazione
a me era venuto a galla un aspetto terrorista che non sapevo di avere, infatti nella mia testolina immaginavo  di aver  a disposizione un bel petardone da infilargli sotto al sedile, dopo circa un’ora di questi continui rifiuti  capiamo che i taxisti non ti portano dove indichi a meno che non sia dove loro sono disposti ad andare, oh perbacco speriamo di incontrare i favori del taxista una volta che sarà il nostro turno.
Il tempo passa e chi ci precede nella fila praticamente a poco a poco ne ne va erano passate oramai 2 ore e ora anche se toccava a noi, già da una mezz’ora di taxi neanche l’ombra mancava solo che si spegnessero le luci del centro commerciale in questa via defilata e anonima non sappiamo dove siamo, avevo uno straccio di cartina poco dettagliata per puro caso, dato che l’intenzione era di riprendere questo cavolo di taxi non mi ero portata la mappa della città decidiamo di allontanarci e tentiamo di capire sotto ad un lampione, dove fossimo quando mi sento dire – can I help you? io so solo uno spiripicchio d’inglese, ma quella frase l’ho riconosciuta e mi ha fatto taaaaaaanto piacere, due angeli custodi erano apparsi, erano una coppia sulla quarantina a cui avevamo fatto pietà probabilmente.
Ma ceeeeerto che abbiamo bisogno di aiuto, gli chiediamo se sanno dove si trova il nostro albergo e lui ci dice di andare a destra a piedi … A PIEDIIII !!!  no non deve aver capito l’hotel, ci abbiamo impiegato mezz’ora di auto, non era così vicino, rispieghiamo meglio allora ci indica la location dei taxi, ma noooooooo, è da lì che veniamo e non era il caso di tornarci. Ok ok, follow me bus, lascia lì la ragazza ad attenderlo e ci incamminiamo arrivando dopo un po’ ad un sottopassaggio che ci fa sbucare dal  lato della fermata dei bus in  una via trafficata,  praticamente la via dello shopping sfrenato  -Orchard road – lì ci indica sulla mappa a quale fermata arrivare, si intrattiene con noi fino all’arrivo del bus chiacchierando con mia figlia che era l’unica con cui comunicare fluentemente e una volta arrivato, sale e spiega all’autista di farci scendere alla giusta fermata, per finire ci da pure una manciata di monetine per fare il biglietto dato che la macchinetta non accettava moneta di carta e ci augura buone vacanze, che volevamo di più???
Abbiamo così scoperto a nostre spese che i taxi intorno alle 5 del pomeriggio cominciano a fare gli anarchici e ti portano solo se vai nella zona in cui loro sono disposti a portarti, oppure aspettano defilati in qualche via, di essere chiamati per alzare così la tariffa, per cui se ci capitate ricordatevelo, a Singapore portatevi cartine della metro e mappe sempre appresso, non contate sui taxi dal tardo pomeriggio in poi!!
se il buongiorno si vede dalla serata,  vabè, non è proprio così, ma lo era per noi chissà come sarà il proseguo.
Il giorno dopo, la prima visita che scelgo per cominciare la nostra esplorazione singaporeana, è andare al quartiere indiano dove dall’uscita della metro, ci dirigiamo senza una precisa meta nelle strade limitrofe ma come per caso spunta un mercato al coperto il Tekka centre, dove si svolge parte della vita del quartiere
e tutto il piano terra è occupato da chioschi in quantità dove già si pasteggiava quel che, vista l’ora tarda del mattino possiamo chiamare un brunch, la signora sicuramente aveva preso appuntamento dal parrucchiere (almeno lo spero) e in attesa aveva già ordinato e consumato.
dei buoni pani naan invitavano ad avvicinarsi ma era meglio controllarsi, per fare poi un pasto completo
 
frutta esotica appesa era un bel vedere colorato
 
al piano superiore invece è una distesa di abiti coloratissimi
 
a cui si può abbinare poi la ciabattina in tinta
 
 però se volete un abito più elegante vi conviene uscire dal mercato ed entrare nel negozio più chic dove potete trovare una mise dalla fattura raffinata
 a cui poi abbinarci gioielli, trovando un assortimento dove avrete l’imbarazzo della scelta, sempre che vi piaccia il genere
gioielli di una lavorazione molto appariscente e con richiami tipici alla cultura del posto
in una via meno battuta, chander road, troverete una serie di locali dove mangiare tipico indiano e dove vanno gli indigeni
e dato che si era fatta l’ora in cui il nostro contenitore corporeo richiedeva di essere ascoltato e soddisfatto decidiamo per il masala hut
una volta seduti il cameriere al posto di portare il cestino del pane passa con il pentolone di riso basmati
 
noi avendo già scelto il riso biryani di pollo, abbiamo lasciato passare, le tre salsine che vedete sono da destra un trito di cipolla con yogurt (lì era e lì è rimasta), una salsa al cocco e cardamomo probabilmente con zafferano o curcuma per colorare di giallo, e questa me la sono gustata, più una salsa particolarmente piccante che io ho centellinato e pane chapati.
Al momento di iniziare il cameriere ci consiglia di versare tutto sulla foglia di banano e mangiare con le mani … hem hem, sorry? @ _ @
a dir il vero la cosa non mi entusiasmava molto e per fortuna dopo un po’ sono arrivate  le posate 🙂  ma guardandoci in giro eravamo gli unici ad usarle
finito il lauto pasto ricominciamo il girovagare era un po’ faticoso sia per la pancia piena ma soprattutto perchè ancora non ci acclimatavamo, Singapore a causa dell’umidità è una sauna a cielo aperto le gambe sembravano aver aumentato il loro peso come se dovessimo tirarci dietro delle palle tipo detenuti tipici delle vignette per fortuna nei giorni successivi la cosa è andata scemando, notiamo una locandina
 
e sbucando in serangoon road, ci compare il tempio indù dedicato alla dea Kalì, chiamato Sri veeramakaliamman temple
 
il tetto è letteralmente ricoperto di statue
 le vie di questo quartiere sono affiancate da basse casette in stile coloniale
 
decorate e di vari colori
sempre con stretti porticati
sui quali si affacciano una miriade di negozietti di vario genere
molti sono quelli di frutta e verdura con immagine sacra di contorno
 
ma ad un certo punto sarete inebriati da un profumo di fiori e camminando arriverete a capire il perchè  …..troverete infatti  gli intrecciatori di fiori che producono ghirlande infilando con maestria fiori colorati e profumati
che serviranno ad abbellire le chiome corvine delle signore indiane
signore indiane che amano vestire con il sari e mantenere vive le loro tradizioni
e dal quartiere indiano ci spostiamo in quello arabo
anche qui le case hanno lo stesso stile e sono variopinte
ma quello che fa la differenza ovviamente sono le insegne con i tratti arabi
 
 sempre in questa zona vi è questa viuzza
lunga e stretta che si snoda in un susseguirsi di piccoli negozi di abbigliamento, alcuni di stilisti alle prime armi
 o di oggettistica e artigianato
passeggiando e curiosando sulle finestre dei retrobottega
 
 o al di fuori, si scovano tubi sgargianti per usare i narghilè, probabilmente ad asciugare o a prendere il sole 🙂 in realtà credo che fossero lì solo per questioni logistiche
 
tornati in albergo ci concediamo un po’ di relax con dolci musiche di sottofondo……..la coppia di origine asiatica che stava di fronte a noi, aveva ordinato un traditional english afternoon tea, una alzatina di tre piani di bocconcini dolci e salati. Io avevo scommesso che non avrebbero finito il tutto ma con la calma degna di un bradipo lei ogni bocconcino lo tagliava e con una metà imboccava l’amour o lo posava nel suo piatto. Uno a me e l’altro a te, seguendo questo rito così costante e ripetitivo in questa atmosfera soft, uno a me l’altro a te… uno a me l’altro a te … peggio di un pendolo ipnotico ancora un po’ e mi appisolo. Loro comunque si sono spazzolati tutto senza alcuna ostentazione di affaticamento e io mi son data una mossa alzandomi per andare a fare una doccia rigenerante.
 
 tornando in camera troviamo una fresca sorpresa che un’amante della frutta come me, ha molto apprezzato e dopo diversi pasti orientali scegliamo di fare un salto nell’atmosfera USA cenando al Morton steakhouse ……….
dopo cena una passeggiata per rinfrancarsi con una brezza marina è quel che ci vuole così scopriamo che il marinabaysands era lì a pochi passi. Questo edificio dall’architettura singolare e avveniristica è formato da tre torri gigantesche che sono le camere d’hotel e ristoranti vari, sulle quali è posta una terrazza, lo sky sands park a forma di tavola da surf sulla quale vi è un pianobar, un ristorante, una mega piscina di 150 metri circondata da palme e ovviamente come potete immaginare una vista mozzafiato, lo si può visitare acquistando il biglietto d’ingresso.
 la sera intorno alle 21,30 inizia lo spettacolo di luci che danzano sulla baia accompagnate dalla musica ….
esattamente di fronte lungo la baia si trovano vari localini con salotti all’aperto o ristorantini e mangiare lì con lo spettacolo in corso è stato molto piacevole.
Le luci cambiano di tonalità
 
e si rincorrono da sinistra a destra e viceversa, quelle strutture colorate che vedete sono così grandi che si può dire che sono una città nella città dato che vi troverete chilometri di shopping, casinò, ristoranti, teatri, e musei. Quello all’estrema sinistra a forma di loto stilizzato è infatti il museo dell’arte e della scienza con sistemi interattivi, bisognerebbe dedicarci una giornata intera e noi non abbiamo fatto in tempo, bisognerà tornarci.
 
 ma ora la curiosità di salire là sopra è parecchia e quindi seguitemi se volete vedere anche voi la prospettiva da là sopra.
 
Noi siamo saliti una sera e da lì anche la gigantesca ruota sembrava ridotta ad una piccola giostra, ma vi assicuro che è tutt’altro che piccola.
 
Abbiamo passeggiato nella zona verde che conduce al ristorante.
 
e visitato la piscina che ha il record di essere la piscina più in alto al mondo…..almeno per ora, perchè in Asia tutto è in continuo divenire e gli skyline cambiano in meno che non si dica cosa dite, ve la fareste una nuotatina con questo panorama? io mi metto il cuore in pace, non so nuotare 😀
una volta usciti, e  trovare l’uscita potrebbe trasformarsi in  una bella caccia al tesoro, passerete attraverso il bridge  helix
un’altra architettura ingegneristica non usuale, un ponte curvo e con una struttura di acciaio a spirale come la struttura del DNA dove i punti d’incrocio qui sono tutte luci la mia foto non rende un granchè, potete vederlo meglio  qui
continuando lungo la baia arriverete all’esplanade theatre, lo vedete lì a sinistra, sembra la corazza di una tartaruga, dove si tengono i concerti e rappresentazioni  teatrali.
Vi è anche una biblioteca, anche questa è un’architettura originale e ha l’aspetto di un durian che è un frutto verde e spinoso con l’interno giallo, noi con questo frutto abbiamo fatto conoscenza in un supermercato, quando ad un certo punto abbiamo cominciato sentire una puzzetta fastidiosa che aumentava sempre più muovendoci in un lato dove affettavano frutta fresca e sfilacciavano un grosso frutto grande come una grossissima anguria, scoprendo che la puzza era proprio quello, lungi da me voler provarne il gusto. Con il senno del poi in realtà si dice che a dispetto della puzza il sapore è molto buono.
 
il sito che qui potete vedete nel suo intero in questa mappa contiene ovviamente anche ristoranti e negozi prevalentemente di oggetti e cibarie per souvenir
proseguendo si trova una scultura, il Merlion una figura mitologica metà pesce e metà leone che rappresenta il simbolo di Singapore, è una fontana ma in realtà questa è solo una riproduzione della scultura vera che in omaggio alla biennale dell’art museum di Singapore che si è tenuta da marzo ai primi di maggio.
La stessa è stata rivestita trasformandola in un hotel un po’ particolare
 
 l’hotel merlion che ha ospitato fino all’11 maggio per una notte chi vi  volesse pernottare, mentre di giorno, dopo che gli ospiti avevano lasciato la camera era disponibile ad essere visitata, la camera aveva al suo interno la testa di leone che vedete nella foto e ancor meglio si vede qui…….
il giorno dopo il taxi con la sua immaginetta religiosa sul cruscotto ci accompagna
al giardino botanico dove un percorso conduce all’interno della foresta pluviale……..
e qualche curioso spunta ad osservarci…….
la vegetazione è fitta e le radici esterne delle piante sembrano sculture
frutti per gli abitanti della foresta
 
palme “ventaglio”
 
foglie che si srotolano
 
felci dai rami rossi
 
e foglie double face
l’ambiente che si può vedere in questo tratto di circa 6 ettari è una foresta ricchissima di felci, arbusti, rampicanti e alberi di altezze e forme spettacolari, ed è esattamente la vera giungla qual’era Singapore,  prima di essere tramutata nella città che è ora, per fortuna questo giardino è considerato un vero patrimonio naturale d’accudire e salvaguardare
 
 vi è anche un giardino di zenzero che contiene più di 200 tipi appartenenti alla famiglia delle zingiberaceae, ora la mia ignoranza in fatto di piante è totale quindi non saprei dirvi di più
 
ma attratta da fiori bellissimi e singolari
 
ho scattato alcune foto
che poi ho scoperto per caso girovagando nel web
 
essere fiori di zenzero, camminando immersi in questa natura così prorompente, si arriva
 
ad un’altro incantevole giardino
 
 
 
 
è ovvio è il giardino delle orchidee 😉
 
laghetti fanno da specchio per riflettere tutto il verde intorno
 
 arriviamo al lago della sinfonia, e non casualmente proprio lì si tengono concerti in quel palco che si intravede, bene ci fermiamo a rilassarci in questo eden, ma non è finita qui, e se volete continuare a viaggiare allora seguitemi 😉

2 thoughts on “Welcome to Singapore…..

  1. Pingback: Viaggi
  2. Ely in 5 novembre 2011 alle 0:27 ha detto:
    ohhhh io non ho mai viaggiato o quasi e qui lo posso fare, grazie per le meravigliose immagini che ci hai regalato mi hanno fatto un pò sognare 🙂 baci Ely

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    Alessandra in 5 novembre 2011 alle 9:52 ha detto:
    Una delle mie citta' preferite :-), a dicembre ci torno per un po' di giorni prima di venire in Italia!

    E ti seguo anche qui!

    Ciao
    Alessandra

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    Simona in 6 novembre 2011 alle 0:38 ha detto:
    Le foto sono tutte interessanti, ma quelle che mi hanno colpito di piu' sono i ritratti delle orchidee, fiori davvero fotogenici.

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    dede in 7 novembre 2011 alle 15:54 ha detto:
    e certo che ti seguo, come no!

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    briggishome in 9 novembre 2011 alle 21:50 ha detto:
    Insomma, prima o poi un paio di scarpette da ginnastica le compri o no?
    Come si fa andare a SIngapore senza sneakers?
    :-)))

    Bellissmo reportage, Martissima. Very nice indeed!

    I fiori dello zenzero sono bellissimi,
    ho provato piantare i risomi qui ma non sono venuti. 🙁

    baciussss
    brii

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    marty90 in 23 novembre 2011 alle 20:17 ha detto:
    ciaoo…bellissimo blog…mi sono aggiunta…
    passa da me se ti fa piacere 🙂

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    astrofiammante in 24 maggio 2012 alle 20:42 ha detto:
    grazie di esservi fermate e di aver condiviso queste immagini ^__^

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