Semit – pane egiziano scivolando sul Nilo

Sembra da studi archeologici che nell’occidente  proprio gli Egiziani siano stati i primi a dar vita al pane, nelle famiglie piú ricche le schiave erano preposte a macinare a mano in un mortaio i chicchi di frumento e con la farina ottenuta e impastata con l’acqua creavano pani da cuocere su una pietra surriscaldata.

Anche i greci successivamente divennero molto abili nel preparare focacce e pani che condivano spesso con olio o ammorbidivano con latte e furono proprio loro che iniziarono a lavorare il pane di notte perché la gente al mattino lo trovasse fragrante.

Certo é  che il pane é uno dei cibi piú universale che ci sia, e dove c’é pane c’é condivisione e voglia di stare insieme. 

Sfama con gioia sia il povero che il ricco, lo si trova in tutto il mondo piatto, gonfio, di dimensioni che vanno dal boccone alla pagnotta famigliare

Purtroppo c’é ancora chi ne mangia saltuariamente o per niente in contrapposizione a chi invece riesce anche a buttarlo grazie alla gestione delle risorse mal distribuite che fanno  i piú potenti della Terra dando prioritá al guadagno e alla legge del mercato dei pochi.

Il paradosso é che c’è cibo per tutti, ma non tutti possono mangiare.

Ma con la ricetta di oggi andiamo con l’Abbecedario del mondo in Egitto dove Teresa ci aspetta per raccogliere i relativi piatti tipici, ma prima di sederci a tavola prendiamo un paio di queste ciambelle di pane al sesamo dette Semit e sediamoci sul ponte di una delle navi che scivolano sul grande Nilo …

per gustarci il paesaggio dagli stupendi colori.

Sulle sue rive vi rincorre la storia millenaria che racconta di famiglie reali

che vi accolgono con tutta la loro monumentale regalità …

le sponde del fiume offrono ombra e frutti ai suoi abitanti …

Ramses II con una delle sue figlie ai suoi piedi vi aspetterà all’ingresso di una delle sale dell’imponente Tempio di Karnak dedicato al dio Amon

Vicino alla Valle dei Re c’e il tempio di Hatshepsut  che nonostante il nome non é un faraone ma una delle regnanti egiziane piú intelligenti e capaci, una volta preso il potere pian piano nel tempo assunse sempre piú l’aspetto maschile iniziando con il farsi chiamare Faraone e non Regina

– Hatshepsut si decide quindi a essere re. E si sottolinea la parola «re» e non «regina», in quanto Hatshepsut assumerà caratteristiche maschili che faranno di lei un faraone come gli altri. La mutazione avviene per tappe. All’inizio, pur essendo rappresentata con attributi femminili, ella si afferma come faraone. Poi adotta il costume maschile, il protocollo dei re, sopprime la desinenza femminile nei suoi nomi e nei suoi titoli e porta la barba posticcia e la doppia corona. Due anni dopo la morte di Thutmosis II, Hatshepsut agisce già in qualità di capo dello Stato. Essa si preoccupa di legittimare il proprio potere, spiegando che suo padre, l’amato Thutmosi I, l’ha scelta come regina. I testi affermano che Hatshepsut, figlia del dio Amon, che si faceva garante della sua presa di potere, diresse gli affari dello Stato secondo i propri piani. Il paese si inchinò davanti a lei –

notizie prese da qui

questi sono alcuni dei graffiti che potete vedere nel tempio.

ma torniamo a navigare sul Nilo dove si sono insediati veri propri villaggi e il fiume ne é parte sostanziale, ci si fa il bucato e pure il bagno. Le abitazioni non hanno tetti dato che la pioggia é quasi assente.

I Colossi di Memnone erano stati costruiti per stare a guardia all’entrata del tempio del faraone di Amenhotep, alti 18 metri sono i due colossi rimasti di tutto il sito.

intanto si é fatto sera e il sole infuocato va a riposarsi  nascondendosi dietro le palme

Semit è una ricetta egiziana che peró ha molte similitudini con pani turchi e greci. Io in effetti li ho mangiati per strada a Istanbul dove li chiamano Simit ma anche a Al Cairo dove li chiamano Semit.

La ricetta l’ho presa dal libro di Claudia Roden – La cucina del medio oriente e del nord Africa – e qui ve la riporto pari pari.

Nota : Una cosa che ho sbagliato la prima volta che li ho fatti é la formatura dove non ho tenuto conto delle misure suggerite dall’autrice per ottenere gli anelli di pane, infatti lievitando hanno quasi richiuso il foro, ma la seconda mi son venuti proprio come anelli (come vedete nella foto qui sotto)

Preparazione :

Prendete la vostra solita pasta di pane* e dopo la sua prima lievitazione (al suo raddoppio) ricavate delle porzioni di uguale peso senza lavorare l’impasto se non altro quel che serve per dare la forma di anelli ( l’autrice suggerisce di 18 cm. di diametro e di 2 cm. di spessore).

Spennellateli con un un uovo intero mescolato con 2 cucchiai di acqua e poi premeteli leggermente sui semi di sesamo contenuti in un piatto piano.

Allineateli in una teglia oliata (io foderata con semplice carta forno) e lasciateli a lievitare una mezz’ora.

Cuocere in forno preriscaldato a 220 C per 10 minuti e poi ridurre il calore fino a 160 C ( io ho lasciato a 200) e cuocere altri 15-20 minuti, o fino a quando il pane è dorato.

L’autrice dice che esiste anche un tipo di Semit arricchito con burro, olio e uova ma non ne da le dosi.

  • Per la pasta di pane ho usato 600 gr. di farina per pane, 150 gr. di lievito madre, un cucchiaio raso di sale, da 300 a 350 ml. di acqua (dipende da quanto assorbe la farina, deve essere comunque un impasto morbido ma non appiccicoso) e un cucchiaino di miele.

12 thoughts on “Semit – pane egiziano scivolando sul Nilo

  1. bellissimo post….l’Egitto è incantevole, spero di poter visitare presto questi luoghi meravigliosi….. belli anche gli anelli di pane, saranno deliziosi!!!
    A presto
    Jorgette

    1. ciao Jorgette, io te lo auguro resterai sicuramente affascinata. Buoni gli anelli croccantini fuori e morbidi dentro, se ne rimangono il giorno dopo peró meglio riscaldarli per farli tornare fragranti.

  2. Bello questo viaggio! Quando andavo a scuola la storia degli antichi egizi mi ha sempre affascinata e questo sarebbe un viaggio che apprezzerei sicuramente…in parte l’ho fatto con te gustando questo pane che profuma di semi

    1. una civiltá affascinante sicuramente, paesaggi rurali con tramonti infuocati sono un bel mix di emozioni che regala questo viaggio e ve ne ho lasciato volentieri qualche briciola *__*

  3. Interessante tutta la storia io adoro quando si informa, se è il caso, sulla ricetta che si pubblica particolare come in questo caso. Belle immagini. Grazie veramente di cuore tutto molto bello inclusa la nuo veste,
    Un abbraccio, buona Pasqua a te e famiglia. (la gallina vintage :-))

    1. quando riesco trovare riferimenti storici alla ricetta mi piace leggerli e condividerli, giusto qualche goccia di conoscenza in piú 🙂 grazie degli auguri che contraccambio, un abbraccio.

    1. Tanti cari Auguri anche a te, é bello avere un nuovo arredamento. Il pane é finito quasi subito e nessuno ha fatto caso al buco (*_*)

  4. Eccomi cara Marta in questa tua nuova casetta dove si respira aria di viaggi, di luoghi e di nuove cucine.
    Amo l’Egitto ma ho visto solo El Cairo e il mar rosso ahime e credo che la valle dei re sia proprio da vedere. Spero di poter un giorno portare la piccola Sofie che è pazza di egittologia. Mi sono goduta questo pane e questo viaggio ️grazie a te.
    Un abbraccio carissima e tanti auguri di buona pasqua ❤️

    1. la crociera sul Nilo con le sue visite é uno dei viaggi che mi son piaciuti di piú e mi piacerebbe rifarlo, ( io di solito non torno facilmente sulle stesse mete) ti senti davvero dentro la storia e ogni sito archeologico emana tutta la magnificenza di questa civiltá, a Sofia piacerebbe sicuramente. Buona Pasqua a tutta l’allegra famigliola ❤️ bacio!

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