Oggi niente ricette, partiamo da dove eravamo rimasti (Washington ) alla volta di Philadelphia detta confidenzialmente anche Philly.
Dalla Union station di Washington alla station di Philadelphia, che non mi ha particolarmente colpito, Philadelphia ha un quartiere economico finanziario con alcuni grattacieli ad una manciata di km. dalla stazione, mentre per il resto la città è più a misura d’uomo e la si visita benissimo a piedi scoprendo così anche le zone di cui le guide non parlano
ovviamente vi sono anche i trasporti pubblici, di cui però non avendoli usati non so dirvi. Per visitarla possono bastare dai due ai tre giorni a seconda che prevediate la visita di musei oltre che la città e suoi siti storici.
in mezzo ai grattacieli a volte rimangono intrappolate delle costruzioni di natura più modesta che ne fanno risaltare lo loro mole
e se non intrappolano altre costruzioni, fanno da specchio a tutto quel che li circonda
da boulevard J.F.Kennedy si vede in lontananza una torre che svetta con una grande statua proprio a fare da puntale
la torre è la torre dell’orologio e fa parte del complesso del municipio ispirato nella sua architettura all’architettura del Louvre
Di fianco alla city hall vi è una costruzione che sembra una cattedrale, in realtà è un tempio massonico.
ma arriviamo nella zona detta il miglio più storico degli states, visto dal visitor center, dove si ritira il biglietto che è gratuito, ma indica l’ora della visita guidata al sito storico, quel caseggiato rosso e bianco, infatti …
fa parte di un sito composto da un insieme di costruzioni simili e di un parco, gli allora politici qui si sono riuniti per dar vita agli Stati Uniti che oggi conosciamo
il sito si chiama Indipendence national historical
cominciamo ad entrare, la congress hall dove sono stati approvati i documenti della Costituzione americana si trova qui, un po’ quel che oggi è il campidoglio che si trova a Washington … di ben altre dimensioni
un ranger farà da guida e inizierà la propria esposizione illustrando questo quadro che corrisponde alla sala del congresso
dove i delegati di 13 colonie il 4 luglio 1776 approvano e firmano la dichiarazione d’indipendenza ……… e questa è la vera sala rappresentata nel quadro
sempre in questa sala, nel 1777, fu concordato il disegno della bandiera degli Stati Uniti;
qui invece entriamo nella old city hall dove si riuniva la prima corte suprema americana agli albori della nazione
ed eccola dal vero…
con i particolari sul tavolo, devo dire che pur non essendo la nostra storia, e abituati all’opulenza americana in tutto quel che fanno, emoziona e sorprende un po’ camminare nelle stanze abbastanza modeste dove è nata la grande e direi anche esagerata nella sua manifestazione di potenza, nazione degli stati uniti che ora conosciamo…
anche i primi 5 presidenti hanno vissuto qui nei piani superiori, dato che Philadelphia è stata anche la prima capitale dal 1790 al 1800…
e queste sono due delle stanze che ospitavano il presidente di turno
la via in cui si trovano questi edifici è la chestnut street che conduce al porto fluviale dove il grande fiume Delaware è attraversato dal Franklin bridge
tornando indietro dal porto e girando in market street si arriva…
al primo ufficio postale che è attiguo alla casa di Benjamin Franklin
della quale però di originale è rimasto solo…
l’ingresso al cortile, che conduce ad un museo sotterraneo dove hanno raccolto mobilio e oggetti che appartenevano a Franklin
come ad esempio questo leggio per 4 musicisti (le altre foto ve le risparmio, la luce non ha permesso un granchè
A Philadelfia vi sono due importanti mercati, uno è completamente al coperto ed è il Reading Terminal Market, l’altro è l’italian market completamente all’aperto, che vedremo più avanti…
se ci andate tra il lunedì e il venerdì, troverete gli amish, una comunità che per la maggiore vive in Pennsilvania e che riconoscerete dal fatto che vestono tutti uguale e in uno stile quasi monacale, le donne portano sempre la cuffietta bianca se sono sposate, nera se sono single e vestono di grigio…
i maschi vestono di scuro e una volta sposati si fanno crescere la barba,
non amano che li si fotografi, perciò è meglio farlo facendo finta di inquadrare qualcosa d’altro
vendono i loro prodotti fatti, per la maggior parte lì al momento, conducono una vita all’insegna della semplicità e umiltà che tradotto praticamente vuol dire che si muovono in calesse, non hanno elettricità sono contadini per la maggior parte e il peccato più grande sembra essere la superbia, il superfluo oltre quel che è essenziale per vivere è abolito…….in pratica vivono decisamente fuori dal mondo…..qui preparavano degli squisiti pretzel…altre notizie qui
ma le fette di torte da poco impacchettate erano davvero una tentazione continua, meglio allontanarsi
al mercato oltre che vendere prodotti sia freschi, sia già confezionati, vi sono anche le gastronomie e non solo americane ma di varie nazionalità, per cui potete fare il giro del mondo assaggiando i noodles cinesi, le salsicce messicane piuttosto che formaggi francesi e naturalmente la pizza italiana
e inoltre dei sottaceti sfusi….
il favo contenente il miele
l’anguria che se la tira, di giallo vestita, chissà se è al naturale o un transgenico
pannocchie a volontà …
pannocchie a volontà …
passando vicino a questa bancarella odoravo uno strano odore chiedendomi cosa potesse essere, era il coriandolo …
ciliegie bianche e rosse
pomodorini a pera rossi e gialli
lego per giocare prima, caramelle per mangiare poi
qui vi sono tutte le spezie o quasi, del mondo, mai viste tutte in una volta
poi chi decide di farsi dare una lustratina alle scarpe
e chi decide di approfittare per un boccone … facciamo anche due va 🙂
ma ora andiamo un po’ a zonzo per guardarci intorno senza una meta
e pure dalle case vittoriane di mattoni rossi
e quelle porticine sul marciapiede? da cui potrebbe sbucare qualcuno all’improvviso … a me ricordano i film di Charlie Chaplin
appena fuori dal centro più movimentato, si celano viuzze molto più tranquille che fanno dimenticare di essere in una grande città
e anche case non solo di stile vittoriano ma di pietra, sicuramente di epoca primi ‘900…
e che mi dite di questo antifurto crochet, non ho capito come ci siano riusciti!
a volte rappresentano lavori in corso …
mestieri e incontri di lavoro …
oppure la raccolta dei frutti …
oppure ritratti di personaggi importanti ( questo se non ricordo male deve essere un sindaco meritevole)
Questi murales nascono da un progetto partito nel 1984 per combattere i graffiti, un insegnate di arte pensò che era meglio convogliare queste energie appartenenti ai graffitari, una volta incontrati e accortosi che spesso erano dei veri talenti li invitò a dedicarsi ai murales, il progetto ovviamente fu ben organizzato scegliendo muri cechi di caseggiati dove dipingere scene a tema, ed ecco che vi sono i ritratti, i mestieri, scene di vita quotidiana e altro.
Li si trovano sparsi per la città e hanno raggiunto il numero di 3000, il progetto continua ancora oggi, ma se volete saperne di più leggete qui.
e arriviamo così all’italian market che si snoda lungo la strada, e precisamente alla 9 street, a sud della città
è un miscuglio di etnie … nel corso dei secoli, a partire dal XVII secolo in questa zona arrivarono gli olandesi, e dal XIX sec. cominciarono ad arrivare ebrei e italiani
per poi aggiungersi in tempi più recenti sia africani che asiatici, il mercato in realtà, si snoda sì per le strade, ma è come strabordasse dai vari negozi che ne costeggiano i lati
ovviamente i nomi dei negozi o ristoranti sono spesso italiani dato che è l’etnia preponderante … seppur di generazioni americane
quando siamo passati era di primo mattino, e non era il caso di fare assaggi dopo la già buona colazione, ma sarei stata curiosa di assaggiare qualcosa per valutarne la qualità.
da queste parti la tecnologia ancora non ha avuto molto successo
e dopo questa passeggiata ci prendiamo il saluto di un sindaco che neanche a dirlo si chiama Frank Rizzo e credo sia lo stesso del murales a quanto pare amato dalla città tanto da dedicargli una scultura,e lasciamo Philly, la grande mela ci aspetta …
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