Toronto è una città di stile americano e si affaccia sul grande lago Ontario, la città non offre numerose attrazioni e la si visita in due giorni, due sono gli importanti musei d’arte, ai quali però abbiamo preferito uno più curioso che vedrete più giù. Non avevamo in programma nel nostro viaggio in Canada di passare da Toronto ma il volo più comodo atterrava proprio lì e quindi abbiamo approfittato per visitarla, ovviamente una cosa è fare il turista e un’altra è viverci, in questo secondo caso sicuramente si trova cosa fare e come divertirsi dato che offre come tutte le grandi città locali e negozi a profusione. La cartolina più famosa di Toronto è la CN Tower, accanto alla quale si trova il Rogers centre lo stadio di baseball che per primo ha inaugurato il tetto apribile nella foto se ne vede solo uno spicchio a sinistra tra i due palazzi…
la famosa torre per telecomunicazioni è alta 533 metri
è stata la torre più alta del mondo per ben 31 anni, fino al settembre 2007 da quando è stata sorpassata dal grattacielo Burj Khalifa a Dubai
La prima parte panoramica chiamata “Look Out Level”, alta 346 m (più della Torre Eiffel), è raggiungibile con un ascensore. Da qui, salendo di un piano invece si può pranzare al ristorante che è girevole cosicché mentre mangiate potete godervi il panorama a 360 gradi.
ma noi abbiamo preferito dedicarci al mercato coperto della città, il St lawrence market. Nel piano terra troverete formaggi, frutta, verdura e carne o pesce, mentre al piano inferiore, si trovano punti vendita monotematici e di prodotti sfusi come in questo caso la pasta e non solo italiana.
farine varie
svariati risi……
veramente di tanti tipi, questo negozio è anche uno dei primi ad aver aperto nel mercato
una passerella di contenitori di grani di caffè, colombiano, messicano, peruviano,haitiano e un sacco di altri
che vi verrà poi macinato al momento e non con il solito macina caffè
poi è la volta delle spezie
e dei tè, confezionati o sfusi questo piano vale da solo la visita.
non molto lontano dal market incontrerete uno dei primi flatiron americani, questo è stato costruito ben 10 anni prima di quello molto più noto di Ny, ma rimane meno conosciuto, forse per le sue dimensioni più contenute. Nato come distilleria lo è stato fino a metà anni ’50 e poi è stato venduto e negli anni ’70 riconosciuto come sito storico si è salvato dalla sua demolizione. Nelle ultime ore di permanenza a Toronto saremo voluti tornare nel quartiere per curiosarci ancora un po’ ma un forte temporale ci ha trattenuti al coperto impedendoci così di vedere il retro del flatiron dipinto con un trompe l’oeil….
salendo per Yonge street e girando in Wellesley street, si arriva al palazzo del governo
che si trova all’interno del Queen’s Park.
che è praticamente il quartiere dell’università di Toronto
le facoltà sono tutte in pietra e in stile medioevale
e se non fosse per i cartelli che specificano che facoltà sono, sembrerebbero costruzioni residenziali
al lato più estremo del parco su un rialzo terroso vi è una statua dedicata a Eduardo VII portata lì dall’india dove si trovava fino al 1969
gli ospiti del parchi sono sempre loro, scoiattolini che spuntano spesso all’improvviso.
questa costruzione all’apparenza sembrava una chiesa
in realtà è il college trinity che si trova sempre nei pressi del Queen’s park e dove gli studenti possono
soggiornare per frequentare l’università
la nostra passeggiata comunque aveva una meta ben precisa ed era il museo delle scarpe Bata, l’azienda delle scarpe nota anche qui in Italia e di origine Ceca ha collezionato negli anni centinaia e centinaia di scarpe da tutto il mondo e ha dato vita a questo originale museo
al suo interno vi si trovano scarpe di tante epoche e fogge, cominciamo da queste rockettare anni ’50 e continuando a curiosare
troviamo degli stivali che usavano ai primi del 1900 in Olanda, zona di paludi, indossati da chi andava nei boschi a raccogliere torba che una volta essiccata diventava combustibile
scarpe anni ’50 – ’60
scarpe e stivaletti per signora primi ‘900
talvolta anche le mucche hanno bisogno di scarpe e questo stivale in gomma è stato progettato per mantenerlo saldamente bloccato su un piede infortunato fino al recupero dopo un trauma o un intervento chirurgico
queste erano usate in Francia nel 1800 per sgusciare castagne e ghiande cosa rimanesse poi dei frutti non so
l’idea dei primi pattini sembra sia venuta ai paesi nordici durante il periodo medievale dato che risultava più facile camminare sui numerosi corsi d’acqua o i laghi che in inverno ghiacciavano e le prime versioni di pattini furono creati con la tibia lunga dei cervi, questi comunque risalgono al 1800.
loro invece erano indossati dagli indiani Hopi per fare la danza della pioggia
queste calzature sono appartenute al religioso buddista Shi Su Xi e regalate al suo 60° compleanno
questo tipo di calzature venivano indossate dai nobili tibetani e dal Dalai Lama
una serie di calzature tipiche indiane, quest’ultime decorate con motivi eseguiti con perline colorate
scarpe ricamate
tutte scarpe degli anni ’20, sicuramente adatte a ballare il cha cha….che dire.. sobrie quel tanto per non farsi notare 🙂
ma se volete proprio attirare l’attenzione, questo modello farà al caso vostro
e per finire….. ora avete un’idea di come riciclare uno scarpone ormai consumato
usciti dal museo ci siamo avviati verso Kensington market, il quartiere più originale che mi sia capitato di vedere, incontriamo la polizia che contribuisce ad essere economica ed ecologica non sapendo se potevo fotografarli nella fretta li ho decapitati
arrivati sul posto, è come fare un tuffo negli anni 50/ 60
le case sono molto colorate
e stravaganti e un po’ fatiscenti, mi ricordano la casa della famiglia Addams, salendo le scale tutto scricchiola
si possono incontrare auto da cui potrebbe scendere John Travolta con giubbo di pelle e cicca penzoloni dalla bocca che ti fa un balletto alla Grease
o trovare manichini che invitano ad entrare nel proprio negozio, tanto per non fare la loro fine
tutte le vie comunque sono un brulicare di negozi di seconda, ma anche terza mano
e arrivati qui ci facciamo tentare per una birra fresca, sperando non fosse davvero l’ultima tentazione 🙂
anche l’interno di questi negozi sono mooolto di seconda mano
ma è molto divertente entrarci e curiosare tra un sacco di oggetti di qualsiasi tipo, il tempo è passato e non me ne sono accorta
queste avrebbero potuto fare concorrenza al museo
invece questi, ad esempio in una cucina di una foood-blogger, ci farebbero una figurona
e dato che le food-blogger amano anche fotografare le proprie produzioni, qui troverebbero l’oggetto vintage adatto
scoprirete anche, che a Toronto hanno uno spiccato senso del riciclo……….
e potrebbero ispirarvi su quale acconciatura eseguire per una serata a tema
questo personaggio che racchiude i suoi capelli aggrovigliati detti dreadlocks
e che probabilmente appartiene al movimento rasta
probabilmente era diretto qui
non avrete difficoltà a trovare comunque ristorantini vegetariani
e pure vegani
anche in queste vie, come al Lawrence market, troverete negozi monotematici…frutta secca, riso e molto altro
e quasi tutti i ristoranti vi allieteranno il pasto con musica jazz
ma anche country
con rammarico dei miei accompagnatori troviamo anche un negozio di casalinghi
con adorabili pirottini o tazze in silicone per muffin e cupcakes
un vaso da marmellata trasformato in una simil-bottiglia
o scatole regalo che poi si trasformeranno in una pianta
se vi sentite molto economiche e volete risparmiare energia solo elettrica, non la vostra, .ecco una gelatiera a manovella
ma usciamo dal quartiere passando da china town e nel percorso per tornare più in centro città incontriamo una bancarella che ci attrae sembrava passassero dei tocchi di legno in una specie di sfogliatrice per pasta in realtà i tocchi di legno erano canna di bambù che passando appunto in quella “sfogliatrice“ davano come risultato il succo di canna da zucchero che veniva poi mescolato a quello d’ananas.e andava a ruba complice anche la temperatura
lungo la strada si trova ogni tanto sopra all’uscio dei negozi la bandiera canadese che sventola ma la foglia d’acero in questa bandiera sembrava aver subito una piccola trasformazione o era solo fumo negli occhi?? ma forse, anche solo fumo
la casa da lì deve essere proprio tolta di mezzo … ok, no problem la spostiamo tutta intera
questa è la vecchia city hall che segue lo stile medioevale predominante, di pietra con torrette appuntite e che oggi è sede del tribunale infatti da qualche decennio vi è anche la city hall dall’architettura più moderna che potete vedere qui
questo edificio è uno dei più ambiti da chi è appassionato dell’hockey, è il museo dedicato appunto a questo sport. Vi si trova la collezione di maschere da portiere, la coppa del campionato e oggetti appartenuti a giocatori famosi.
in via Yonge, una via centrale che attraversa la città si trova un grande centro commerciale in cui fare shopping, ma dove c’è anche l’ingresso alla città sotterranea che si dipana per 27 km. e che i canadesi frequentano molto spesso nella stagione invernale quando il freddo scende di parecchi gradi sotto zero
terminiamo il nostro giro a Toronto con questo mezzo recuperato a nuova vita in una veste sciccosa per dedicarci però ad un’escursione che è quasi d’obbligo se vi trovate qui e cioé andiamo alle cascate Niagara.
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