L’isola di Gulangyu
Tra il 1500 e il 1600 Xiamen ha avuto diverse invasioni coloniali iniziando con i portoghesi per passare poi agli inglesi, francesi e olandesi.
Intorno al 1841 i britannici fecero in modo che la città diventasse un porto aperto al commercio internazionale e 10 anni più tardi stabilirono la loro concessione sull’isoletta a poche centinaia di metri di fronte alla città.
Esattamente a L’isola di Gulangyu, poi anche altre potenze straniere prevalentemente europee aprirono proprio su questa isola i loro consolati.
Proprio con l’isola di Gulangyu iniziamo il nostro giro, l’isola è solo pedonale, ci si arriva in 10 minuti con un traghetto e la vedete in primo piano, è rimasta come era all’epoca, quindi niente grattacieli e nemmeno costruzioni moderne, anche se c’è molto bisogno di restauro per molti edifici. Sullo sfondo Xiamen.
e qui viceversa, la vedete invece da Xiamen, la foto l’ho fatta da dietro il vetro della finestra dell’albergo che non era apribile, perciò risulta azzurrognola.
la coppia con al seguito il porta borse per il set fotografico
oggetti di uso domestico
un bollitore, come si vede il restauro è ancora latente
e il particolare del bellissimo lampadario d’epoca
una volta usciti camminando, spesso incontriamo queste abitazioni con queste inferriate vistose
che non sembra abbiano funzione di difesa da intrusioni sconosciute, ma che siano parte integrante d’uso quotidiano
sparse per l’isola vi sono piante secolari come questo ficus di 120 anni
palazzi in decadenza e …
altri restaurati mantenendo lo stile originale, c’è da dire che questi restaurati si son trasformati in alberghi, il lato negativo è che così non sono visitabili, ma accontentiamoci, almeno non sono stati abbandonati
a guardia dell’isola c’è Zhen Zheng Chenggong condottiero che ha saputo nel 1662, liberare Taiwan dagli olandesi e farla tornare cinese
si arriva sotto la statua attraverso questo piccolo ponte ovviamente tutto a zig e zag per ostacolare gli spiriti maligni, vi si arriva salendo una scala ripida
l’isola è conosciuta anche per l’isola del pianoforte perchè sembra che ve ne sia un’alta concentrazione dovuta al fatto che nel periodo della colonizzazione era comune e diffuso l’insegnamento dello strumento, questa tra dizione è rimasta anche quando terminò la colonizzazione tanto che è nata una grande scuola di musica, da cui sono usciti affermati musicisti cinesi
arriviamo all’ingresso del giardinoShuzhuang
sullo sfondo si trova il giardino di roccia
che si percorre
per arrivare sulla collina
una volta sopra troverete il museo del pianoforte che contiene una bellissima collezione di pianoforti davvero singolari, alcuni in miniatura probabilmente per le lezioni dedicate ai bambini, altri automatici con manovella, e altri ad angolo
peccato che non si potesse fotografare, ne ho scattate due di nascosto e quasi a caso ma non rendono giustizia
l’altra parte del giardino prosegue costeggiando la spiaggia
che si raggiunge attraverso un ponte
da noi purtroppo si vedono a volte le lattine abbandonate in giro, ma qui invece abbandonano le noci di cocco con la cannuccia, ne ho bevuta una anch’io bella fresca e buona
poi passano comunque a raccoglierle
continuando la passeggiata, scopriamo che la pennichella
piace anche ai cinesi
noi invece siamo diretti sulla cima di quella roccia che è il punto più alto dell’isola notate questa pianta in primo piano, fiorisce ma non fa le foglie, sarà ben strana
ecco i suoi rami spogli ma fioriti
lassù si può guardare a 360 gradi
poi scesi dalla roccia ci siamo avviati alla funicolare che ci ha portato alla voliera che vedete sullo sfondo, uno spazio abbastanza grande ricoperto da rete contenente una bella varietà di uccelli
a cominciare dai pavoni dai colori sgargianti
ma c’è anche il pavone albino
un ciuffo sbarazzino spunta lì per lì
cigni bianchi e neri
e un pavone bianco e blu