Nelle campagne della provincia veronese c’era un test molto diffuso. Infatti per capire il giusto grado di salatura impiegato nella carne macinata e destinata alla produzione dei salami fatti in casa si macinava e condiva la carne con pepe e sale.
Se ne prendeva una dose e una volta rosolata diventava il condimento per un buon risotto detto per questo risotto al tastasal.
Se questo soddisfava il palato degli addetti ai lavori che aiutavano la famiglia a insaccare i salumi per uso domestico allora superava la “prova del 9” e il risotto al tastasal era la cartina di tornasole perfetta.
I salami sarebbero stati messi a stagionare con cura riposti in uno spazio della casa dedicato allo scopo arieggiato e fresco per essere poi oltre che consumati in famiglia anche condivisi in allegria nelle cene conviviali.
Il composto era e viene ancora adesso chiamato tastasal, e lo si trova in macelleria preparato senza conservanti, quindi la tradizione può continuare.
Un tipico piatto veronese sostanzioso, da consumarsi preferibilmente nella stagione fredda dato che accompagnato ad un buon bicchiere di vino rosso valpolicella vi sazierà a dovere già da solo.
Il risotto al tastasal è un piatto popolare molto diffuso nelle cucine dei veronesi ma come in tutte le ricette casalinghe vi possono essere delle varianti.
C’è ad esempio chi usa lo scalogno al posto della cipolla, chi mette l’aglio, chi sfuma con del vino bianco, chi aggiunge noce moscata o cannella per rendere più profumato il risotto.
Ognuno ovviamente crede di avere la ricetta originale 🙂
Io vi lascio la ricetta che ho sempre mangiato a casa mia e che tutt’ora faccio anch’io, ma se capitate alla fiera del riso ne potete trovare una variante (che loro chiamano originale) e una variegata scelta di altri risotti.
Risotto al tastasal, piatto tipico veronese
Preparazione : mettere il rosmarino e lo scalogno tritato finemente a rosolare in 50 gr. di burro fino a quando lo scalogno si è ammorbidito.
Aggiungervi poi anche la carne e lasciare finchè è ben rosolata, abbiate cura di rigirarla con la forchetta in modo da sgranarla e favorire la rosolatura.
Intanto portare a bollore il brodo e in un’altra casseruola far tostare il riso con un 20 gr. di burro.
Versarvi in più riprese il brodo mano mano che viene assorbito, quando il riso è a fine cottura aggiungervi anche la carne e terminare la cottura.
Aggiungere abbondante reggiano alla cannella e servire.
Qui vi lascio scorci di Verona
Bocche del leone, buche delle lettere in pietra in cui era possibile infilare denunce segrete riguardo in particolare agli usurai.
Si trovano sulle pareti del Palazzo della Ragione adibito a Tribunale fino a non moltissimi anni fa.
Dalla facciata del palazzo vi osserveranno nobili personaggi.
Il personaggio qui mostrato si trova sull’arco di via delle fogge e si tratta di Girolamo Fracastoro.
Secondo un’antica credenza, lascerà cadere una pesante sfera sul primo uomo onesto che passerà sotto, non l’ha ancora mollata, ci preoccupiamo?
Che bella tradizione e che bel risotto!
per me oltre che una tradizione è un ricordo di famiglia scaldacuore
Non conoscevo questa storia e trovo sia un bellissimo piatto della tradizione 🙂
Buon we Marta <3
io lo adoro e d’inverno è il piatto che non può mancare!!