I rabaton sono degli gnocchi di ricotta in particolare della zona di Alessandria, l’ingrediente principale oltre alla ricotta può variare tra biete e spinaci.
Quale sia la ricetta originale non si sa, ma sembra che una nonna del paese di Litta Parodi cucinasse i rabaton la domenica per la propria famiglia e da lì poi la preparazione si sia diffusa nel territorio.
Il loro nome deriva da un termine dialettale rabattare che significa “arrotolare” proprio per indicare la modalità con cui vengono realizzati.
Una volta preparati i rabaton vanno fatti bollire per un paio di minuti e poi gratinati al forno. Si possono preparare in anticipo e gratinarli al momento del consumo.
Io amo la ricotta e quando trovo ricette su come impiegarla mi piace metterle in pratica, ho già fatto altri gnocchi di ricotta con varianti nell’uso delle verdure usate.
Anche questa volta ho seguito il procedimento ma non ho usato biete e nemmeno spinaci, ma le cime dei broccoletti, provare varianti mi diverte 🙂 la ricetta l’ho vista qui.
Si possono condire semplicemente con fiocchetti di burro e parmigiano, ma io ho usato la salsa di “renga” una forma dialettale veronese per dire aringa.
La salsa è un preparato a base di pesce, nasce nella località di Parona, appena fuori dalla città di Verona, dove proprio il mercoledì delle ceneri si tiene una manifestazione gastronomica per gustare polenta e renga.
La Festa della Renga coincide con il mercoledì delle ceneri e con la chiusura dei festeggiamenti del Carnevale di Verona, uno dei più antichi d’Europa.
Note storiche –
La manifestazione ha origini antiche e ricorda i tempi in cui l’Adige era navigato dai burchi, (navi a fondo piatto che trasportavano merci) che nei giorni di festa erano costretti a sostare nel porto fluviale di Parona a causa della chiusura doganale.
I barcaioli quindi si fermavano nelle locande del luogo chiedendo alle parone (le locandiere) di cucinare le aringhe che trasportavano nelle imbarcazioni. Chi non poteva pagare con i soldi poteva lasciare alla locanda una cassetta di pesce. L’aringa, pesce salato ed essiccato saporito ed economico.
Nelle case più povere veniva appesa al soffitto per essere sfregata sopra la polenta, donandole sapore.
Ai giorni nostri la si trova in vasetti nelle gastronomie più fornite e oltre a mangiarla con la polenta abbrustolita ci si condisce anche gli spaghettoni all’uovo. La ricetta la trovate qui.
La preparazione va sulla tavola del gruppo Fattoria consapevole e solidale.
Alla fattoria consapevole e solidale si è concluso il mese dedicato ai Legumi cliccando potrete vedere tutte le ricette genuine che abbiamo gustato alla nostra tavola
Chiunque può partecipare, per cui se volete portare anche voi che leggete, una o più portate, siete benvenuti.
Qui invece potete leggere le poche regole da seguire, un regolamento più lungo da scrivere che da mettere in pratica.
La tavola su cui portare i vostri piatti la troverete nella fattoria FaceBook
Questo mese i contadini della fattoria si dovranno mettere alla prova con ricette con il gruppo alimentare del Latte e i suoi derivati
Postate sul vostro blog (o se non l’avete sulla vostra pagina FB), portate la ricetta sul gruppo FB con una sola foto e il link della ricetta, che potete condividere su instagram #fattoriaconsapevoleesolidale e sulla vostra pagina FB
Rabaton, gnocchi al forno
Ingredienti per 4 persone
500 g di ricotta fresca ma sgocciolata
350 g di cimette di broccoletti
100 g di pangrattato
100 g di reggiano grattugiato
2 uova
una decina di fili di erba cipollina
4 steli di erba aglina e un po’ di prezzemolo
due pizzichi di noce moscata
farina quanto basta
Preparazione
Lessate in acqua leggermente salata le cimette di broccoli e lasciatele al dente
Scolatele, fatele freddare e poi unitele in un mixer con la ricotta le uova gli aromi precedentemente tritati finemente e il reggiano grattugiato.
Mettete l’impasto ottenuto in una terrina e aggiungete il pangrattato. Sarà appiccicoso, ma non preoccupatevi non lo dovrete lavorare
Spolverate abbondantemente la superficie di lavoro con farina, prendete un grosso cucchiaio del composto e senza lavorarlo ma semplicemente usando le punta delle dita rotolatelo nella farina a formare dei cilindri.
Nel frattempo in una casseruola portate a bollore abbondante acqua leggermente salata e una volta finito di fare i cilindri, immergetene tre o quattro alla volta. Mettete qualche fiocchetto di burro in una pirofila da forno.
Appena verranno in superficie scolateli con una paletta bucata e sistemateli nella pirofila.
Io ho usato due pirofile di medie dimensioni e due tipi di condimento.
In una ho usato del semplice pesto al basilico che avevo congelato e un ulteriore spolveratina di formaggio.
Nell’altra, che è quella che vedete in foto ho usato la salsa di aringa marinata, frullata e distesa su ogni gnocco allungato, per finire una spolverata di pan grattato.
Infornati a 200° per 15 minuti.
E’ la prima volta che li sento nominare e la lista degli ingredienti è molto simile ai toscani gnudi. Sono certa che incontrerebbero i miei gusti! L’aspetto è super invitante!
Sì infatti sono i loro cugini 😀 si discostano di poco e hanno una forma diversa
Sfizziosissima questa ricetta… non ne avevo mai sentito parlare … A presto LA
sì non sono molto noti ma credo che li rifarò volentieri 🙂
Non conoscevo questo tipo di gnocchi di ricotta: che belli!
anch’io non li avevo mai sentiti, li ho visti per caso sul sito agrodolce e subito messi in cantiere 🙂