farinata di ceci dalla Liguria

 

Liguria

Questa è una ricetta che mi riprometto di fare da un sacco di tempo e finalmente grazie anche all’alfabeto gastronomico d’italia a cui partecipo ho deciso che era arrivato il momento………..

ora il dubbio sull’appartenenza  di questa ricetta è….. la presento per la toscana dove la si trova spesso, o per la liguria dove oltre a trovarla sembra avere anche le proprie radici??   leggendo infatti su Wikipedia si dice che a riguardo la farinata o la cecina qual si voglia chiamare, esiste una leggenda  che coinvolge sia i toscani che i liguri in tempi in cui non si amavano particolarmente……

 

– Una leggenda racconta che sia nato per casualità nel1284, quando Genova sconfisse Pisa nella battaglia della Meloria. Le galee genovesi, cariche di vogatori prigionieri si trovarono coinvolte in una tempesta. Nel trambusto alcuni barilotti d’olio e dei sacchi di ceci si rovesciarono, inzuppandosi di acqua salata. Poiché le provviste erano quelle che erano e non c’era molto da scegliere, si recuperò il possibile e ai marinai vennero date scodelle di una purea informe di ceci e olio.
Nel tentativo di rendere meno peggio la cosa, alcune scodelle vennero lasciate al sole, che asciugò il composto in una specie di frittella.Rientrati a terra i genovesi pensarono di migliorare la scoperta improvvisata, cuocendo la purea in forno. Il risultato piacque e, per scherno agli sconfitti, venne chiamato l’oro di Pisa. –

Ora, dopo questa chiarificazione io credo che la potrei presentare sia per l’una che l’altra regione e dato che in questo periodo è la volta della liguria la lascio a Kristina del blog Tutto a occhio che la ospita.

La ricetta l’ho presa direttamente dal pacchetto di farina di ceci dove si trova scritta, io a dir il vero non l’ho mai mangiata quindi non so come sia in origine, ma qui è piaciuta e quindi credo sia venuta molto simile a come dovrebbe essere, con una leggera crosticina sopra e morbidosa dentro, se chi la conosce passasse di qui, magari mi potrebbe dare una conferma.

Ingredienti per una teglia da forno : 250 gr. di  farina di ceci, 700 ml. di acqua, 2 cucchiai di olio evo, 1 cucchiaino da te di sale, 2 rametti di rosmarino, pepe macinato fresco.

Preparazione : in una terrina versare un terzo di farina e tanta acqua quanta ne basta per formare una pastella liscia e senza grumi, proseguire per altre 2 volte in questo modo, otterrete una pastella molto fluida. Spennacchiate…..o come meglio dire…..togliete gli aghi di un rametto di rosmarino e aggiungeteli al composto, salate e dopo aver dato una girata coprite e lasciate riposare per qualche ora, io l’ho preparata alle 8 e infornata intorno alle 13. Se si formasse della schiumetta, con un cucchiaio toglietela.

Accendete a 210 gradi  il forno(ventilato) e foderate con carta forno, coprendo anche i lati della teglia più profonda del forno, versatevi la pastella facendola distribuire uniformemente smuovendo un po’ la teglia. Una volta raggiunta la temperatura infornate per circa 20 – 30 minuti fino a che vedrete formarsi una crosticina dorata. Sfornate aggiungete altri aghi di rosmarino e pepate, servire calda o tiepida.

 

12 thoughts on “farinata di ceci dalla Liguria

  1. Io la faccio spessissimo, ma in una versione molto più rapida (non sarà la farinata originale, ma io la trovo comunque deliziosa). Faccio una pastella a occhio di farina di ceci, acqua e un pizzichino di sale. Poi scaldo una padella con un filo d'olio e quando è calda verso un mestolino di pastella (come quando si preparano le crepes). Mia figlia la mangia senza farcitura. Noi "grandi" la farciamo come vogliamo (tipo insalatina, formaggio di capra e salmone) e la arrotoliamo a mo' di piadina. Grazie per essere passata dal mio blog, baci, Cat

  2. Anche io non ho mai assaggiato la farinata in Liguria e quindi non ho riferimenti. Ma una volta ho assaggiato la socca (che e' molto simile) e mi e' piaciuta molto. La farina di ceci ha un sapore particolare (ed e' anche priva di glutine). E l'aroma del rosmarino ci sta proprio bene. Mi piace che sulla foto si vede bene il pepe macinato fresco. Buon weekend!

  3. Ti inviterei ben volentieri, ma anche quella che faccio io è solo una pallida imitazione di quella che fanno gli appositi locali attrezzati (o gli amici con forni veri a legna. (io ne ho due eheheheh!!!!)

  4. Se posso intervenire, da grande amatore della farinata (o come viene chiamata ad Alessandria la bellecalda) questo piatto è tipico anche del basso piemonte e vorrei dire la mia perché a partire da Eco (grande amatore di questo piatto) si sono già versati fiumi di inchiostro sull'argomento. Intanto sono pochissimi anche i locali in grado di farla in modo decente e spesso viene scambiata per farinata una immonda tortazza oleosa e pesantissima. La vera farinata deve essere: leggera, sottilissima (dalla tua foto mi sembra un po' spessa), croccante fuori e morbida nello scarso interno, quasi leggermente bruciacchiata in superficie. La porzioni dovrebbero essere 1/4 farina di ceci, 3/4 acqua (io metto 200 gr farina , 600 grammi di acqua , rosmarino come hai detto e 3 /4 bei cucchiai di olio ligure (leggero), sale q.b.I segreti sono 3, ma assolutamente inderogabili. Primo la teglia di rame è obbligatoria e va pesantemente unta di olio e messa in forno fino a che non comincia a fumare. Io ne ho una da 42 cm (o 62 non ricordo, la davano alla COOP) che entra giusta nel mio forno. La temperatura ideale è quella che si può avere solo nei forni a legna almeno 380/400 gradi. Ecco perché in casa non riuscirà mai buona come quella fatta nei locali idonei, in questo caso tuttavia usare almeno il massimo della temperatura 280 o più se si può, in questo caso dovrebbe essere pronta in circa 20/25 fin quando la superficie è un po' bruciaticcia. lo spessore deve essere minimo , pochi mm altrimenti rimane pesante e oleosa. Dopo aver versato il liquido come hai detto si spinge la teglia nel forno con un movimento che produca un po' di "onda" al liquido stesso e dopo qualche minuto, prima che il liquido cominci a rapprendere meglio girarla di 90° gradi cercando sempre di farlo muovere un po'. Questo provocherà leggere increspature in superficie che risulteranno magnificamente croccanti. Soprattutto bisogna impedire che si formi la pellicina sopra o sotto che poi si stacca dalla pasta.
    Scusate ma sulla bellecalda non si scherza è una religione 😉

    Ne ho parlato anche qui: http://ilventodellest.blogspot.it/2009/11/giallo-oro.html

    1. Ullallà la cosa si fa seria…..ho l'impressione che occorra molta esperienza per farla bene e io di sicuro non ce l'ho……….. ho comunque capito che è meglio se vengo a mangiarla da te ^______^

  5. ti è venuta perfetta….è così che deve venire….quella che vendono in liguria viene fatta su grandissimi tegami di rame ed è molto sottile…il rame stesso crea un effetto particolare che io riesco a imitare un po' con una teglia di alluminio…ma a parte queste precisazioni inutili ti garantisco che la tua è perfetta 🙂

  6. Questa è uan cosa che mi è venuta sempre abbastanza male, mah!Ma che amo alla follia!Posso autoinvitarmi?!Porto i dolcetti(magari quello dello zio pasticcere e non quelli mieri alternativi, hihiihi)
    Bacione

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