La prima città che visitiamo nel nostro viaggio nella costa di nord-est è Washington, fa parte del distretto di columbia, quasi come fosse una città stato, infatti non appartiene a nessuno dei 50 stati americani, il percorso poi ci porterà a Philadelphia, New York, per finire a Boston, arrivati nel tardo pomeriggio, sbrighiamo le procedure dell’arrivo all’albergo, una doccia e un riposino di mezz’ora, poi usciamo per avere una prima impressione di dove siamo e per cercare un posto dove fermarci a cena, le grandi città americane si distinguono per i loro grattacieli per il traffico per l’andirivieni delle persone.
Evidentemente anche qui c’è l’eccezione che conferma la regola, infatti la parte della città che vediamo arrivando dall’aeroporto mostra dei viali verdi, un traffico scorrevole e palazzi alti ma che non svettano nel cielo come i più classici grattacieli di decine di piani, forse siamo in una zona periferica.
L’indomani ne sapremo di più, abbiamo appuntamento con una guida che ci porterà a fare il giro delle attrazioni più significative.
Intanto optiamo per un ristorante russo, dove mangeremo dell’ottimo salmone e zuppetta di funghi con pane nero, lì intorno non abbiamo la sensazione di trovarci a Washington, sembra piuttosto una elegante città di provincia, ma certo non la capitale degli Stati uniti d’America, o perlomeno non quella che era nel nostro immaginario
La mattina usciamo per fare la colazione e vicino all’albergo già la sera prima avevo intravisto sia il classico Starbucks che un posticino niente male, per cui decidiamo per il secondo e lo andiamo a mettere alla prova. Si chiama le pain quotidien
e il reparto pasticceria, che mette in imbarazzo per la scelta
ma leggendo il menù ci rendiamo conto che c’è molto di più, fanno anche delle ottime colazioni salate e diventa un ristorante all’ora più consona
io mi appropinquo a degustare una colazione dolce con succo d’arancia e un muffin di mele, ciliegie, glassato alla cannella, delizia fantastica!!!
Ma è l’ora dell’escursione e la nostra guida un’arzilla signora di una certa età, che se non fosse per i capelli rossi mi ricorda la signora in giallo anche per il modo di fare, ci aspetta.
La sua mise è composta da pantaloncini fino alle ginocchia con maglietta e scarpe da ginnastica, la mia è gonna camicia e sandali con zeppa di corda al che guardandomi un po’ preoccupata mi chiede se sono sicura di voler andare con quei sandali … io la rassicuro che non ci saranno problemi
e così iniziamo il nostro giro andando al memorial di Lincoln che noi per un’attimo chiamiamo mausoleo, ma Betty ci riprende subito dicendo – no,no, mausoleo …
in america è una parolaccia come lo è la parola socialista o peggio comunista, qui si dice Memorial – Se avesse avuto un bastoncino ce lo dava sulle mani 🙂
OK!! abbiamo capito, me-mo-rial. Il memorial ricorda un tempio greco, in rifermento alla grecia classica che è considerata la culla della democrazia.
Al di sopra delle colonne vi sono incisi i nomi dei 36 stati che nel 1865 facevano parte dell’unione dopo che il 16° presidente
Abramo Lincoln riuscì a far finire la guerra di secessione, unire i 36 stati che erano in guerra e abolire la schiavitù, fu ucciso da un attore alcolizzato, proprio pochi giorni dopo la fine della guerra di secessione e qui è raffigurato in una scultura di marmo alta sei metri, seduto nella sua grande poltrona mentre sembra guardare pensieroso
verso quel che si discute laggiù al Capitol
la sede del governo americano
che spesso vediamo ai telegiornali, con tutto intorno un bel parco verde e proprio questo palazzo ha fatto in modo che qui i grattacieli non spuntassero, infatti all’epoca della sua costruzione, si stabilì che nessun palazzo andasse oltre i 60 metri di altezza della grande cupola e finora la cosa sembra perdurare.
ci spostiamo di non molto verso destra, per andare a visitare il cimitero dei caduti in Corea
e qualcuno ci sta spiando dall’alto
un gruppo di statue di acciaio satinato dal colore argentato, sono rappresentati mentre avanzano in zone paludose e sotto la pioggia
e di fianco si riflettono su un muro di granito nero
sul quale sono state disegnate mediante la tecnica della sabbiatura 2500 immagini che rappresentano uomini e donne che hanno partecipato in vari modi, dall’assistenza delle cure mediche al supporto più pratico e logistico di cui avevano bisogno i soldati
poco più in là a sinistra rispetto al monumento di Lincoln, troviamo invece il memorial che ricorda tutti i caduti in Vietnam, costituito da due muri di granito che partendo all’altezza di circa 50 cm. si alzano fino a incontrarsi all’apice ad una altezza di 3 metri…
sopra vi sono incisi i nomi di oltre 58.000 caduti, per la maggior parte dispersi….e se non ricordo male, quando accanto al nome si trova una crocetta, significa che di quel caduto si è trovato anche il corpo (vicino a Robert e Jack), qualcuno lascia un fiore.
alcuni grossi libri che si trovano all’inizio e alla fine del muro sono gli indici che danno la localizzazione del nome di ogni soldato sul muro
e vi è quest’altra scultura con tre soldati, uno nero uno bianco e uno asiatico, per ricordare tutte le razze che hanno partecipato a questa inutile e lunga guerra
sempre all’interno del giardino in cui si trova il memorial un altro monumento ricorda anche le soldatesse, che qui sono rappresentate mentre aiutano un ferito
ma ora ripartiamo e dal finestrino dell’auto durante il percorso si scorge il pentagono che con una zoomata riesco a fotografare solo in parte, non è possibile avvicinarsi
la meta è l’altro importante memorial dedicato a tutti i caduti
il cimitero di Arlington si trova in Virginia lo stato che è aldilà del fiume Potomac che ne segna il confine e che si affaccia su Washington
sulla collina che lo sovrasta vi è la casa del famoso generale sudista E. Lee riconosciuto anche dai nordisti, come uno dei generali più in gamba della guerra di secessione
questo cimitero accoglie le spoglie di tutti i soldati appartenenti alle varie guerre degli ultimi 200 anni,ad Arlington possono essere sepolti solo i membri dell’esercito, quelli del Congresso morti mentre erano in carica
i presidenti e gli ex presidenti, i prigionieri di guerra e i civili che abbiano ricevuto particolari onorificenze, il punto che attrae di più i visitatori è questa tomba dedicata al presidente assassinato nel 1963, John F. kennedy
accanto alla moglie Jacqueline Bouvier
e dove è sempre accesa una fiammella (non si vede, ma dietro alle due lapidi è accesa)
nel piccolo spiazzo che precede le tombe sul muretto di marmo che lo delimita vi sono degli stralci dei discorsi del presidente
poco distante sulla sinistra, si trovano la semplicissima tomba del fratello Robert anche lui ucciso pochi anni dopo…
e quella del terzo fratello Eduard, morto durante la campagna elettorale dell’attuale presidente Obama
ora ripartiamo e ci avviciniamo invece alla Casa Bianca, ma voi sapete perchè si chiama così? provate a indovinare, magari più giù ve lo dico 🙂
questa signora da circa 30 anni staziona davanti alla Casa bianca per protestare contro le guerre, ogni mattina arriva e attira l’attenzione dei turisti, la guida dice che non c’è tempo atmosferico che la spaventi, lei si presenta lì a pochi metri dalla casa presidenziale senza mancare mai
e nel giardino sempre lì nei dintorni quest’altro personaggio sembrava aver smarrito la via
ma a proposito di presidente, non era carino passare da Washington e non passare a fare visita a Berry e Michelle
ci siamo avvicinati e dopo aver salutato con la manina anche loro lassù, giusto per convincerli delle nostre buone intenzioni
abbiamo suonato il campanello, atteso qualche minuto, si presenta un maggiordomo il quale ci informa che Michelle visto il periodo è occupata nel suo orto biologico con la raccolta dei pomodori per trasformarli in salsa e non è quindi presentabile
e Berry per mantenersi in forma e ravvivare la sua abbronzatura è occupato a fare jogging nel parco dietro casa ed essendo tutto sudato, pure lui non era presentabile, abbiamo pensato allora di lasciare i nostri saluti … e d’altra parte mica potevamo perder tempo ad aspettarli ‘sti due no?? avevamo molte altre cose ancora da fare.
ad esempio visitare il museo dei nativi d’America i musei a Washington sono tutti gratis e fanno parte dello Smithsonian Institution un’istituzione fondata dallo scienziato britannico J. Smithson nel 1826 che volle promuovere la cultura negli stati uniti, pur non essendoci mai stato, lasciando alla sua morte un grande patrimonio stimato in 500.000 dollari destinato appunto alla promozione della cultura
e se iniziassimo a visitare il museo sfogliando proprio un bel libro di ricette indiane? ma qualcuno dice, nooooo pure qua???
ok soprassediamo, andiamo a visitare le sale dove troviamo una serie di abiti che appartenevano alle varie tribù indiane
che cambiavano
a seconda del territorio in cui si trovavano
abiti dei territori molto a nord
e alcuni coloratissimi copricapo di piume in questo museo vi è anche un punto ristoro dove in circa 5 postazioni servono i piatti caratteristici delle varie tribù, dal bisonte al riso selvaggio passando per salse e ortaggi vari, le dimensioni dei piatti però sono quelle americane, quindi con un piatto unico ci si mangia tranquillamente in due e se ne avanza pure, una volta pranzato decidiamo di andare a Georgetown
Aldarita – bello sarebbe avere naso insieme in queste occasioni ^____^
Aiuolik – ;-))) troppo bello sarebbe, vorrà dire che pagherò la tassa per il peso che sfora dal massimale ^_________^ ma potresti prevedere un we a Verona nel frattempo, baciuzzzzzzzzz
Cibu – romanticona…… a parte che in viaggio di nozze anche un albero secco potrebbe sembrare poetico, ^________^
Saretta – Georgetown merita di essere vista per quel che vedi nelle foto e i vari negozietti e locali dove fermarsi per bere o mangiare ….tutto a misura d'uomo, mentre Washington se dovessi tornarci prenderei in considerazione di più i musei, ma anche semplicemente passeggiare per la città è piacevole indipendentemente dai monumenti che fanno parte delle icone d'America…..bisogna dire che comunque gli americani sanno vendere bene la loro immagine e non sempre è quel che ci sembra al di qua dell'oceano, ma ne riparleremo a New York…….
Alessandra – grazie, un bacio pure a te!
Simona – diciamo che è merito del tuo suggerimento se ci siamo andati, come anche per la scelta del museo, quindi grazie a te, bacione!
Ornella – magari quando ci vai tu sta facendo le melanzane così le puoi insegnare il mussaka ;-)))
Chamki – eravamo troppo occupati per aspettare che Michelle si rendesse presentabile al nostro cospetto ^______________^ ….ma sai che anch'io pensavo che il significato della casa bianca fosse legato a chissà quale evento importante…..e invece una semplice una pittura riparatrice è il motivo del suo nome…ciauzzzzzzzzz
ornella ha detto…Bellissimo viaggio! Chissà che un giorno vada anch'io a suonare al campanello di Michelle…avrà finito con i pomodori o no? E che dolci! Complimenti,ciao ciao!
chamki ha detto…Che bel viaggio con reportage molto accurato, e ho pure imparato perche' la casa bianca si chiama cosi, perdendo un po' del mistero che gli avevo attribuito ah ah ah peccato che non avete voluto aspettare per l'intervista con Michelle
astrofiammante ha detto…
Ale – oilàààà, grazie, baciuzzzzzzz
Glu – accidenti a quel glutine…..però, vedo che sai rimediare alla grande!!
Marifra – è sempre bello conoscere ……viaggiando però è divertente 😉
Giulia – ;-)) questa è invidia sana….
Barbara -1 una Fletcher in red 😉
2 -eh sì, ricorda il mausoleo di Lenin e tutto quel che ha riferimenti comunisti è da bandire……almeno a suo dire.
3- Non ricordo quel film, ma ne hanno girato spesso a Washington..l'ultimo è- Una notte al museo 2- ma ne ho visto uno qualche sera fa con Clooney che faceva footing proprio lì intorno al mau…pardon, al memorial, è bello riconoscere nei film i posti dove si è stati.
4 – di quelli ce ne sono in ogni parco americano…e quasi sembrano sfacciati, ti guardano come per dire ma che c…o vuoi? mai visto uno scoiattolo? 😉
5 – eh no. Michelle deve dimostrare di essere brava per essere credibile ;-))
6 – quella è una bella sorpresa e probabilmente varrebbe la pena di metterne in lista più di uno, se ci si va .
7 -molto carina davvero e piena di negozi di vario tipo e di locali altrettanto allettanti.
8 – l'istinto si è affinato ;-))
9 – ho scoperto che mi piace particolarmente ^___^
Grazie, un bacione a te che passi da qua e partecipi così simpaticamente
Saretta ha detto…Cavolo Astro!Mi hai fatto tornare indietro di 12 anni..quando vidi WDC…a me non convinse molto , del resto vidi la parte monumentale(che trovo un'americanata pazzesca e pacchiana), la pinacoteca, Arlington e poco altro.Georgtown meritava accidenti!
Grazie davvero per questa carrellata bellissima, dopo me la leggo con ancora più calma!bacione
Alessandra ha detto…Da un acpo all'altro del mondo è un piacere seguirti.
Baci Alessandra
Simona ha detto…Le tue foto mi hanno fatto ripensare alla mia prima visita a Washington. Era domenica mattina e la citta' era deserta. In cerca di un bar aperto sono finita alla stazione, che e' proprio carina. Anche a me Gergetown e' piaciuta molto.
aldarita ha detto…Come sempre foto meravigliose e racconti esaurienti e divertenti, il naso per i negozi non si smentisce… qualche chicca/ricetta?
Aiuolik ha detto…Bello questo viaggio virtuale! Immagino che quello reale lo sia stato anche di più!!!! La prossima volta mi porti con te? Giuro che inizio a esercitarmi come contorsionista e mi nascondo ben bene in valigia (ma come bagaglio a mano peso troppo, te lo devo confessare!).
Ciaoooo
Ciboulette ha detto…Marta, che emozione, le citta' che avete visitato hanno costituito buona parte del nostro viaggio di nozze! Anche noi prendemmo il treno da Washington (per Philadelphia), quella stazione e' meravigliosa…
Tornero' a leggere gli altri post, cosi' il bagno nella nostalgia sara' completo, e magari se dovessi ritornarci avrei anche i tuoi suggerimenti 🙂
Un bacio!
Barbara ha detto…Cara Marta, prometto che torno più tardi a leggere tutto tutto tutto il post e a gustarmi con calma ogni singola foto, ora vado proprio di fretta. Solo una cosa, mi sembrava di aver già sentito parlare del Pain quotidian e scavando nella memoria mi sono ricordata dove. Da Comidademama! Ecco qui il post, se ti va di leggerlo: http://www.montag.it/comida/archives/004125.html Un bacione 😉
Barbara ha detto…Ok, ora ho letto tutto con calma e:
1. la tua guida era la "signora in giallo"? ma che bellezza, l'avrei fissata sorridendo per tutto il tour, io adoro la Fletcher 😛
2. mausoleo negli U.S.A. è una parolaccia??? :O
3. ma al Lincoln Memorial ci hanno girato qualche scena de Il mistero dei Templari (film con Nicholas Cage) o mi ricordo male?
4. bellissimo lo scoiattolino!!!
5. potevi aiutare Michelle a raccogliere i pomodori, no? 😛
6. ecco, che i musei di Washington fossero tutti gratuiti non lo sapevo
7. bella Georgetown!
8. hai occhio per trovare i negozi giusti, si vede che sei una food-blogger! 😉
9. hai mangiato un po' di zenzero?
Che bel viaggio Marta! Bellissime foto!
17 note musicali:
Ale ha detto…
Ma che splendido reportage Marta!!!!!!!
Questo si che si chiama raccontare un viaggio :-)))))
Bellissimo.
Baciussss Ale
Glu.fri cosas varias sin gluten ha detto….mi é venuta una lacrimuccia con tutti queli pani proibiti…ma il resto me lo sono propio goduto ecco..Belle foto !!
10 settembre 2010 16:04
marifra79 ha detto…Bellissimo viaggio!! Quello che amo di più dei viaggi all'estero è vedere com'è diversa la loro architettura!Bellissimo reportage!
Un abbraccio
Luciana ha detto…Bellissime le foto!!! una meta bellissima ed interessante dal punto di vista culinario (quante delizie!!!mmm!!) e non (dei posti che qui ce li sognamo)!!! Buon fine settimana Marta!!! un bacione ;-))
10 settembre 2010 16:36